L’uomo perfetto #12 Vittoria

Ricordo perfettamente il discorso di insediamento alla Presidenza della Commissione Europea. Tutti si aspettavano una prima parte dedicata alla storia recente dell’Unione e l’uomo perfetto non deluse. Il discorso fu incentrato sul concetto di storia.

Ricordò il dolore per i paesi che avevano deciso di abbandonare l’Unione. “La porta resterà sempre aperta, come è aperta ad ogni uomo e donna che desidera contribuire alla famiglia Europea”. Il compattarsi dei superstiti, il cambio di marcia, le lamentele degli stati membri per la perdita di sovranità, le critiche ad un progressivo accentramento delle decisioni.

Il progressivo intensificarsi di politiche economiche e fiscali uniche aveva infastidito molti speculatori. “Abbiamo affrontato tutte le sfide come una vera famiglia, dovendo scontentare un po’ tutti qualche volta, ma abbiamo fatto sacrifici perché convinti che fosse necessario per il bene di tutti”.

I suoi collaboratori erano sempre un po’ critici verso il ricorrente uso della parola famiglia. In fondo un punto che ha sempre indebolito la sua figura di leader era proprio il fatto che non avesse una famiglia. Gli consigliavano di usare il più generale concetto di comunità. I maligni gli attribuivano la presunzione di sentirsi padre dell’Unione a quarantanni.

Ma l’uomo perfetto non cedette e continuò ad utilizzare la parola “famiglia” con una certa ricorrenza.

Dedicò una parte molto importante della sua orazione a presentare individualmente i componenti della Commissione e di quali qualità avrebbero messo al servizio della collettività con il loro ruolo.

Questo concetto di lavoro di squadra, di collegialità, fecero riemergere dai miei ricordi il volto di Vittoria. Chissà da dove stava guardando quel discorso.

Terminato lo show, corsi a recuperare il diario dell’uomo perfetto e mi misi alla ricerca di riferimenti a Vittoria nelle prime pagine del diario.