L’uomo perfetto #1 Un giorno

L’uomo perfetto si sveglia alle sette. Né troppo presto, né troppo tardi. Ha scelto questo orario dopo qualche tentativo, lo ha scelto perché gli permette di dormire il più possibile – eh sì, adora dormire – ma anche di godersi il mattino – forse il suo momento della giornata preferito.

Deve presentarsi al lavoro alle nove, quindi ha ben due ore da valorizzare. La prima mezzora varia di giorno in giorno. Due volte a settimana si toglie il pigiama e indossa pantaloncini, maglietta e scarpette, beve un bicchiere d’acqua fresca, passa in bagno per la pipì ed esce per una corsetta di mezzora nel parco vicino a casa. Altri giorni stende la biancheria che ha messo a lavare la sera prima, impostando il timer della lavatrice in modo che finisca il ciclo di lavaggio alle sette. Altre volte esce in tuta a comprare il giornale oppure pane e brioches. Ovviamente sempre dopo aver bevuto un bicchiere di acqua fresca e aver fatto la pipì.

A chi gli chiede il perché di questa abitudine – del bicchiere d’acqua, non della pipì – l’uomo perfetto risponde che una volta ha anche provato a cercare su internet se esistono evidenze scientifiche che indicano questa come un’abitudine salutare. Non ha trovato molti motivi convincenti, tuttavia persevera perché adora la sensazione che prova allo scorrere dell’acqua dentro alle viscere ancora raggomitolate dal sonno. “È come il primo respiro di quando sei nato” – dice – “solo che avviene al contrario”.

Di ritorno dalla corsetta o dalle altre commissioni, l’uomo perfetto fa la doccia. Sono dieci minuti molto piacevoli. Dieci minuti in cui l’uomo perfetto si gode il suo corpo, né grasso né magro, né scheletrico né pompato. Non ha un rapporto morboso con il suo copro, ma adora la sensazione di sentirsi pulito e sentire i muscoli rigenerati dal massaggio del bagnoschiuma. Dopo la doccia, l’uomo perfetto si fa la barba. Sono dieci minuti molto piacevoli. Dieci minuti in cui l’uomo perfetto si gode la sua faccia. Una faccia particolare, non scontata e – soprattutto – lontana dall’essere perfetta. Probabilmente passando per la strada non rimarresti attratto dal suo volto, ma se ti sedessi di fronte a lui in metropolitana, sono sicuro che apprezzeresti i suoi capelli curati anche senza gel, la sua barba ordinata e il suo viso pulito, ma soprattutto quello sguardo sereno come l’azzurro in uno squarcio nelle nubi.

Fatta la barba, l’uomo perfetto va in cucina a prepararsi il caffè. Una volta un’amica con gli occhiali e i capelli sconvolti gli ha detto che il caffè è uno dei tanti strumenti di oppressione del nord del mondo opulento ai danni del sud povero e sfruttato. L’uomo perfetto è rimasto colpito da questa affermazione. Ha cercato di documentarsi sul tema e ha esteso questo dibattito ad altri amici. Ha persino provato prodotti sostitutivi. Ma poi ha desistito quando gli hanno fatto notare che anche il tè, il mate o il ginseng sono importati dagli stessi paesi sfruttati e sono esposti alle stesse logiche di mercato.

Diciamolo onestamente, è tornato al caffè – quello equo e solidale almeno – perché le altre bevande non sortivano lo stesso effetto. Certo, quando è al bar con gli amici e il caffè equo e solidale non c’è, si sente sempre un po’ in contraddizione. Ma il caffè è un piacere – o una necessità – del quale non può fare a meno.

Caspita, si è fatto tardi, devo scappare. Avrei voluto raccontarti del lavoro che l’uomo perfetto fa per vivere. E anche della prima volta che ha incontrato Martina. Adesso devo andare, però ti racconto tutto la prossima volta che ci vediamo. Per adesso ti dico solo che molte sere, prima di andare a dormire, l’uomo perfetto pensa a quella che ritiene una grande ingiustizia inspiegabile: l’amore non corrisposto.

Autore: Paul Khan

Paul, paulus, piccolo. Inglese, francese o tedesco non importa, sono le lingue con le quali l’Occidente ha conquistato e cerca di comunicare in tutto il mondo. Khan, leader, grande. Turco, mongolo, in Oriente è il titolo nobiliare di chi è chiamato a condurre la propria tribù in battaglia. Siamo piccoli e grandi allo stesso tempo. Siamo capaci di essere meschini, ma poi avere la forza di rialzarci e ricostruire. Desideriamo l’immensità e imporci sul prossimo, ma sappiamo godere delle piccole cose e finiamo per legarci a poche persone. Siamo l’Oriente e l’Occidente insieme. Siamo la parola e la forza. L’alba e il tramonto. Siamo tutte le contraddizioni degli esseri umani. Faccio altro per vivere, ma scrivo per piacere e necessità. Puoi scrivermi a pk@paulkhan.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *